15.4.08

IL MODO DEVE SAPERE AL MERCADANTE



Il “Mondo deve sapere” è il diario in presa diretta, di un mese vissuto nell’inferno del telemarketing, la messa in scena della “tragicommedia quotidiana del lavoro precario”, sollevando il velo su alcuni lati inquietanti di un certo tipo di ‘lavoro’, attraverso il testo ironico e caustico di una autrice contemporanea (in origine era un blog tematico sul lavoro) perfettamente calato nella realtà dei nostri giorni, che riguarda soprattutto le donne. Il diario si aprirà, con squarci più simili a scatole cinesi, su tematiche via via sempre più ampie riguardanti il mondo del lavoro e la dignità personale.

Partendo dall’esperienza privata in un call center, si arriva a parlare più in generale di un modello lavorativo che, soltanto in Italia, impiega quasi 200.000 persone. Per lo più donne, vincolate da un contratto capestro. Donne di tutti i tipi, che spesso si vergognano di dire agli amici e conoscenti che tipo di lavoro fanno, che si danno da fare nell’ombra di un ufficio piccolissimo, suddiviso in postazioni piccolissime, all’incirca la metà di un banco di scuola, dove c’e’ spazio solo per un pc e un telefono, con la faccia rivolta-schiacciata- ad un muro, messe tra loro in competizione, divise solo da un sottile pezzo di compensato. Un ambiente costretto e claustrofobioa, che tanto ricorda le batterie dei polli di allevamento, dove le operatrici offrono buoni omaggio alle casalinghe, sperando che poi i venditori (squali! ) riescano ad appioppare alle sventurate signore un elettrodomestico. La parola è lo strumento e la chiave di volta delle ‘lavoratrici precarie’ ma è la violenza delle parole a essere messa in scena.

Violenza tra azienda e venditori, violenza tra venditori e possibili acquirenti. Le parole si gonfiano e si sgonfiano a seconda del peso specifico e del contenuto.

“Nella nostra scatola lager, viene rappresentato un mondo nel quale si vive di slogan altisonanti. Parole che si gonfiano e si sgonfiano, volano e ricadono, come polvere, come palloncini, come un mappamondo gonfiabile nelle mani di un clown. Tutto ruota intorno alla parola successo , che nella pratica si traduce in un certo numero di appuntamenti fissati. Niente appuntamenti, niente successo, niente guadagno. Tra riunioni settimanali di motivazione e tecniche di dissimulazione telefonica; tra dimostrazioni e viaggi premio, l’intento è di raccontare la precarietà, cercando di far ridere, fino alle lacrime”
[david emmer]

AL TEATRO MERCADANTE
17 – 27 aprile 2008 | Sala Ridotto
Tournesol
IL MONDO DEVE SAPERE.
Romanzo tragicomico di una telefonista precaria
di Michela Murgia
con Teresa Saponangelo, Fortunato Cerlino, Carmine Borrino
adattamento del testo David Emmer, Gianluca Greco e Teresa Saponangelo
regia David Emmer
aiuto regia Valentina Rapetti
scene e costumi Marina Schindler
disegno luci Gianni Netti
foto di scena e grafica Fabio Esposito
relazioni esterne Rosalba Ruggeri

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