17.3.08
Silvio Perrella introduce Riva di Carlo Desideri
RIVA
Le coste, il mare, il tempo. Ecco i temi visibili e invisibili di queste fotografie di Carlo Desideri. C’è un andare nella sua ricerca; un andare che ama sostare davanti alla distesa liquida dell’orizzonte.
Spiagge, scogliere, frangiflutti, strade ferrate, treni, passanti, vuoto e silenzio, tutto rigorosamente in bianco e nero. Ecco cosa si guarda, quando si guardano queste foto. Il fotografo non alza la voce, niente sociologismi né invettive. Piuttosto uno scrutare discreto e cocciuto. Una pazienza che sa aspettare il momento buono, il passare della nuvolaglia, l’avvicinarsi delle persone nello spazio che diventa un grumo nero dinanzi al mare sgombro.
Allo scrutatore fotografico importa, sì, che il paesaggio respiri e che gli occhi non affoghino nel déjà vu, e allo stesso tempo le sue attenzioni sono tutte concentrate sulla lontananza del mare, sul possibile paragone tra mare e mare, tra riva e riva, tra costa e costa.
Il suo è anche un catalogo delle possibilità visive del Sud. Non sempre riconosco i luoghi che raffigurano queste fotografie, ma di ogni scatto conosco l’atmosfera. E c’è un’immagine in cui compare il pontile di Torregaveta simile a una freccia lanciata verso la scattante e appuntita sagoma di Ischia, che mi sembra di riconoscere come “mia”, e davvero non ricordavo la presenza ritmata dei lampioni, soprattutto del primo, con la sua ombra stampata sul cemento, né quell’uomo in calzoncini che alza un braccio al cielo e – chissà – magari sono io qualche anno fa.
Fa capolino, tra gli scatti, anche la città in cui vivo – Napoli – e c’è posto per le sue coste, per le isole galleggianti là di fronte, per una via Caracciolo corrusca, per l’area flegrea, per il litorale che si spinge fino a Salerno.
Sono luoghi che ho provato a descrivere con le parole e che mi tornano dinanzi agli occhi in queste fotografie di Desideri.
Mi sembra di nuovo di essere sul treno per il Cilento, di guardare fuori dal finestrino, di essere ripreso dalla frenesia dello sguardo, di volere essere con gli occhi sia a sinistra verso il vulcano che non parla da decenni, sia a destra verso il mare che la strada ferrata ha separato dalla terraferma, con quei lidi malinconici e solitari, con le improvvise ville vesuviane, con il lasciarsi alle spalle le stazioni di Pompei e dopo Castellamare, con l’inoltrasi nel buio delle gallerie e sbucare nella campagna di Nocera e Cava dei Tirreni.
Desideri raffredda la sua materia, le toglie i colori, la immerge nelle molte sfumature del grigio, a volte mi fa pensare al Wim Wenders che fotografa l’America più remota e solitaria, fermandosi sulle scritte insidiate dal tempo, di cui rimane qualche frammento.
Frontalità, pacatezza, pazienza, collezionismo: ecco gli aggettivi che mi vengono in mente davanti a queste immagini, a questa ricerca sui mari e le coste del nostro Sud.
Li segno qui, questi aggettivi, sperando che accompagnino il lettore-guardatore nell’andare che Desideri gli suggerisce.
Silvio Perrella
RIVA
di Carlo Desideri
POLYORAMA Edizioni
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